Santo Stefano in Botena

La pieve di Santo Stefano in Botena ha cessato le sue funzioni dal 16 febbraio 1785, giorno in cui fu decretato il trasferimento nel castello di Vicchio dando il suo titolo all’oratorio di San Giovanni Battista, fino ad allora dipendente dalla pieve di San Cassiano in Padule. Così la vecchia chiesa rimase abbandonata e priva di cure finché nel corso del tempo se ne è persa addirittura memoria.

Dell’antichissima Pieve, che pare sorgesse in località Ginestra, cioè alla confluenza del Botèna con la Sieve, abbiamo i primi documenti nel 1224, anche se la Pieve è molto più antica.

Inutile cercare le tracce di quella edificata intorno all’VIII secolo sulla riva destra del Botena (tra la villa del Palagio e La Ginestra) (anche se oggi in una casa colonica semi-diroccata,  è rintracciabile l’antica facciata con i grossi conci squadrati ad angolo, con il tondo che ospitava il rosone, ora tappato a mattoni, e la parte superiore della parete sinistra in cui è possibile scorgere l’antico filaretto) e neppure di quella ricostruita nel 1220, andata in rovina nel 1525. In una mappa tardo-cinquecentesca (ASF) si nota l’interessante tracciato stradale, ossia una strada collega direttamente Vicchio, per via obliqua,  alla Pieve di Botèna. 

Anche la più recente, costruita a circa un miglio e mezzo da Vicchio, tra il fiume Arsella e il fiume Botena, ora località S.Stefano di Casole, consacrata nel 1568 dal vescovo monsignor Antonio Altoviti, è oggi irriconoscibile e gli unici resti sono un’alta torre con elementi di stile romanico (probabilmente la base del campanile) e la canonica con alcuni annessi. 

Dal Libro di Montaperti del 1260, registro nel quale venivano elencate le quantità di grano “promesse” dai popoli e dagli Enti ecclesiastici del contado fiorentino per fronteggiare la guerra contro Siena, emerge che la Pieve di Botèna non doveva essere molto ricca. Eppure si deduce che la Pieve, era importantissima, territorialmente parlando, infatti aveva sotto la sua giurisdizione 11 chiese. Esse erano: San Pietro a Pimaggiore, San Niccolò alla Torricella, San Michele a Ampinana, San Martino a Rasoio (Rossoio),  San Donato a Paterno, San Martino a Corella, San Lorenzo al Corniolo, San Michele e Santa Maria a Rabbiacanina (Rupecanina), San Bartolo a Farneto, Santa Maria a Rostolena, San Cristofano a Casole.

La località, come ci informa Riccardo Francovich ne “I castelli del Contado Fiorentino nei secc. XII-XIII”, è una piccola frazione del Comune di Vicchio, posta ad altitudine collinare di mt. 266.

il toponimo Botena (o Potena, o Boterna) è presumibilmente di origine etrusca.

"...la primitiva Pieve era stata edificata intorno all'VIII secolo sulla riva destra del torrente Botena, da cui il nome della Pieve, in quel piano che si estende tra la Villa di Palagio e la località la Ginestra. Rovinata a causa dell'umidità portata dal torrente, la Pieve nel 1220 venne ricostruita in un luogo creduto forse più adatto e più sicuro e precisamente su una collinetta, posta a circa un miglio e mezzoa nord est di Vicchio, tra i torrenti Botena e Arsella. Nonostante la cura posta alla riedificazione, la Pieve nel 1525 rovinò nuovamente a causa di una frana e fu ricostruita nei pressi, nel luogo che oggi conserva il nome di Santo Stefano, sulla destra della strada comunale che porta a Casole"  Subì diversi lavori di risitemazione, anche pagati dai Pievani di tasca propria. "La storia della Pieve finisce alla fine del Settecento; abbandonata e priva delle cure di cui era stat oggetto ai tempi dei pievani, a poco a poco si rovinò e sparì come se non fosse mai esistita, e anche il luogo in cui sorgeva è incerto e vago." (tratto dal volume "da Vicchio a Villore - chiese e oratori nella valle mugellana del Botena" di Alda Giudici 

"Antica pieve che ebbe nome dal vicino torrente della Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 1 e 1/2 a greco di Vicchio, Diocesi e Compartimento di Firenze. È situata alla sinistra del fiume Sieve, sopra una collinetta che attaccasi allo sprone dell'Appennino di Belforte fra i torrenti Arsella e Botena , presso cui era un castello edificato, circa il 1232, dal vescovo Ardingo di Firenze, che appellò Castelnuovo , forse per distinguerlo dalla vicina casa torrita di Ripe canina , detta sino d'allora Castelvecchio . Al quale Castelnuovo di Botena non so se riferire si possa una villa che posseggono costà i signori Altoviti, denominata la Casa nuova . Fu la pieve di Botena sino dal secolo X di collazione dei vescovi di Firenze, i quali nominavano i pievani e i cappellani succursali della stessa chiesa battesimale, dai quali ricevevano un annuo tributo. L'attuale chiesa di Botena fu quasi di pianta rifatta e consacrata da Antonio Altoviti arcivescovo fiorentino, li 7 maggio 1568. Il fonte battesimale e i diriti della pieve di Botena passarono nella nuova chiesa eretta, e consacrata nel 1785 dentro la Terra di Vicchio dall'arcivescovo Antonio Martini. (Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana ID: 613 N. scheda: 7470 Volume: 1(E. Repetti)) "

"La Pieve di Santo Stefano in Botena è di padronato della Mensa Archiepiscopale Fiorentina ed è situata in una collinetta tra il fiume detto l'Arsella e il fiume Botena, in distanza di circa un miglio e mezzo da Vicchio. ….. Nella cura di questa Pieve vi è solamente un oratorio dedicato alla Santissima vergine, dirimpetto alla Villa detta la Canannuova de' Signori Altoviti, la quale è però nel Popolo di San Cristofano a Casole, dividendo la Cura di queste due chiese, la strada che vi è in mezzo. Parimenti vi è un'altra villetta che è de' Signori Franceschi del Borgo a San Lorenzo (…) posta vicino alla suddetta Pieve, la quale è stata riedificata sulle vestigia della vecchia Pieve, che ivi era circa trecent'anni indietro, dicendosi però, che l'antichissima Pieve fosse posta vicino al fiume botena, in un luogo detto la Ginestra , che in oggi è nel piviere di San Martino a Scopeto, nella Cura di San Piero a Pimaggiore." Dal libro "Descrizione della Provincia del Mugello / opera di Giuseppe Maria Brocchi nella stamperia D'Anton Maria Albizzini, 1748" - gentilmente fornita parte dal Sig. Cateni Pietro, proprietà Cateni)